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Periodo del dopoguerra e il fascismo 

La tragica esperienza del primo conflitto mondiale, combattuto soprattutto dai contadini, pone le basi di un biennio di instabilità sociale. Nel 1918 a Ghedi i cambiamenti sul piano sociale si estesero a quello politico, decretando la fine del sistema liberale e un profondo rinnovamento. Il numero di morti a Ghedi aveva infierito pesantemente ed aveva costretto il sotto utilizzo delle campagne. Per cercare di contrastare la disoccupazione il comune accende un mutuo di 187.000 lire. Le elezioni del 1920 consentono la formazione di un'amministrazione socialista con a capo Pietro Verbaschi che sostituisce l'ex sindaco Enrico Zanetti.

L'avvio delle conquiste per il potere locale da parte dei primi epigoni del fascismo si svolge sul contesto scioperi che in quel tempo sconvolgono le campagne. Il 13 febbraio 1921 viene ufficialmente costituito il fascio di Ghedi e ad occuparsene è Fausto Micheletti.

Il 5 e 6 giugno avvengono degli incontri tra fascisti e comunisti. La situazione rimane talmente tesa che il mese successivo i fascisti organizzano una spedizione punitiva da parte degli squadristi di Brescia.

L'anno successivo alla nomina a capo del governo di  Mussolini, il Consiglio comunale si scioglie e con le elezioni successive si registra la vittoria della lista fascista che portano all'elezione del sindaco Guido Barbera. Egli impose l'adesione alla Federazione dei Comuni Fascisti insieme a molti altri fidati assessori.

La vecchia classe dirigente liberal borghese venne liquidata definitivamente divenendo base per il nuovo fascio. Così alle elezioni del 1924 la lista fascista conquista la maggioranza assoluta.

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