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Epoca Moderna
Il 1660 fu l'anno in cui ci fu l'ampliamento definitivo del Comune. Si trasformarono le finestre gotiche in rettangolari e si aggiunse il balcone barocco con lo stemma di Ghedi sulla facciata del Palazzo Municipale. Nello stesso anno “la sala magna” (edificio voluto come sede della Comunità) corrispondeva al salone attuale situato in piazza, fino a quel momento era adibito all'anagrafe e per le sedute dei Consigli Comunali. Sotto questo salone vennero edificati quattro vani usati come botteghe e prospettavano sulla piazza il quale lato occidentale era limitato da un isolato di case private. Addossata alla prima casa c'era la Loggetta edificata per pubblicarvi gli editti emanati dai governanti. Era cinta da un parapetto su cui poggiavano colonnette di pietra, con archi a tutto sesto, il pavimento era sollevato da terra di circa un metro. Non esiste alcuna documentazione sugli edifici sulla parte meridionale della piazza, si presume però che questo lato della piazza sia sempre stato come è oggi. Nella piazza si tentò di tenere un mercato di bestie e mercanzie ogni primo e terzo giovedì del mese. Il mercato di bestiame si interruppe dopo qualche settimana ma il mercato di mercanzie tira avanti ancora oggi. A cingere la piazza fu una doppia fila di platani piantati nel 1874 che nel 1924 vennero estirpati e furono piantati dei ligustri in mezzo ai quali fu innalzata il monumento ai caduti. Lo scultore volle che la statua fosse messa in piazza perché era il centro dei giardini e perché risaltasse nella sua espressività. Fu edificata una seconda piazza dietro la chiesa e le mura del castello occupavano i due quinti di essa. All'interno del recinto murario si stendeva il cimitero della Comunità, il quale venne utilizzato fino al 1806 quando furono vietate le sepolture nelle chiese.
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